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PORTALE CON NODO DI SALOMONE

VIA SAVONAROLA
PORTALE CON NODO DI SALOMONE

Sotto una arcata, nell’intradosso di un portale contrassegnato dal civico 1 di via Savonarola, ricercatori Giancarlo Pavat e Mario Tiberia hanno scoperto nel settembre 2018, il simbolo del cosiddetto “Nodo di Salomone”.

Sebbene nasca con questo nome e determinati significati tra il IV ed il VII secolo d.C., nei territori dell’Impero Romano d’Oriente (o Impero Bizantino), come elemento decorativo, soprattutto musivo pavimentale, il “Nodo di Salomone” è molto più antico e riscontrabile già nei primi secoli dell’Impero dei Cesari.

Diffuso in tutta la Cristianità, è rinvenibile anche nel mondo Arabo e nella Cultura e religiosità Ebraica. In Calabria, a Bova Marina è stato trovato in una sinagoga del IV secolo d.C., accanto al Candelabro a sette braccia, la “Menorah”. Ancora oggi decora uno degli ingressi del Tempio Israelitico di Trieste realizzato tra il 1908 e il 1912 (quando il capoluogo giuliano faceva parte dell’Impero Asburgico) dagli architetti Ruggero e Arduino Berlam.

Presente nei mosaici paleocristiani del IV secolo d.C. del Vescovo Teodoro nella Basilica di Aquileia in Friuli – Venezia Giulia, il “Nodo di Salomone” venne fatto proprio dai monaci sia Benedettini che, successivamente, Cistercensi. La figura del “Nodo di Salomone” si rifà al simbolismo dei “nodi”. Sia semplici che piuttosto complessi. Alcuni, come quelli visibilio nelle abbazie di Fossanova e Valvisciolo, nella chiesa di S. Giovanni Battista a Ceccano, di S. Giovanni Evangelista a Priverno e di S. Nicola a Castro dei Volsci (solo per citare località vicina a Patrica) e, appunto, quella di via Savonarola, rientrano nella tipologia “Cruciforme”. Un “Nodo cruciforme” unisce, pertanto, a quello della Croce di Cristo, i significati propri di tutti i nodi, come quelli dell’Eternità e dell’infinito.

(Testo di Giancarlo Pavat)

 


 

SOLOMON’S KNOT IN VIA SAVONAROLA, 1

In September, 2018, on the lower, inner curve of the doorway arch at number 1, via Savonarola, scholars Giancarlo Pavat and Mario Tiberia discovered the symbol known as Solomon’s Knot.

Although this appellation along with the associated meanings came into use in the lands of the Eastern Roman (or Byzantium) Empire between the fourth and seventh centuries AD, as a decorative motif, most notably as a flooring pattern, Solomon’s Knot is in fact far more ancient and its use can be traced back as far as the early centuries of the Empire of the Caesars.

Widespread throughout Christendom, it can also be found in both the Arab world and in Jewish culture and religion. It has been discovered in Bova Marina, Calabria, in a synagogue dating from the fourth century AD, next to the menorah (seven-armed candelabra). Still today, the pattern decorates one of the entrances into the Jewish Temple of Trieste, constructed between 1908 and 1912 (when the capital of the Giulia region was part of the Habsburg Empire) by architects Ruggero and Arduino Berlam.

Found in Bishop Theodore’s fourth century AD paleo-Christian mosaics in the Basilica of Aquileia in Friuli – Venezia Giulia, Solomon’s Knot was taken up as their own by the Benedictine monks and later by the Cistercians. The shape of Solomon’s Knot makes reference to the symbolism of knots, both simple and more complex. Some, such as those in the abbeys of Fossanova and Valvisciolo and the churches of Saint John the Baptist in Ceccano, Saint John the Evangelist in Priverno and Saint Nicholas in Castro dei Volsci (to mention just a few close to Patrica) and that found in via Savonarola, come under the category of cruciform knots. A cruciform knot essentially brings the significance of the Cross of Christ together with other meanings shared by all knots, such as that of eternity and infinity.

(Text by Giancarlo Pavat)




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